A gennaio si discuterà sulla reintroduzione delle Province in FVG: la Giunta presenta disegno di legge
Trieste – La Giunta ha approvato in via definitiva il disegno di legge per reintrodurre il livello di governo intermedio nello Statuto regionale (ex province). Il testo andrà in Aula a gennaio e prevede quelle modifiche statutarie necessarie per riportare le province in Friuli Venezia Giulia.
Dopo l’approvazione in Giunta e l’intesa raggiunta al Consiglio delle Autonomie locali (Cal), la Giunta ha inserito un’ulteriore aggiunta che riguarda l’abrogazione di disposizioni dello Statuto ormai superate, intervento che costituisce l’occasione per avviare un restyling ‘a diritto vigente’ dello Statuto di autonomia anche in vista dell’importante appuntamento del 2023, sessantesimo anniversario dello Statuto speciale del FVG.
Lo ha riferito l’assessore regionale alle Autonomie locali, Pierpaolo Roberti, informando sullo schema di proposta di legge costituzionale ai sensi dell’art. 63 dello Statuto regionale di autonomia, avente ad oggetto “Modifiche alla legge costituzionale 31 gennaio 1963, n. 1 (Statuto speciale della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia) in materia di enti locali.
“La proposta, dopo essere stata approvata in via preliminare dalla Giunta regionale, ha ricevuto anche l’intesa del Cal con solo due astensioni – ha ricordato Roberti -; un’intesa che è espressione da parte del territorio di una mancanza di un ente intermedio per le politiche di area vasta capace di coordinare lavoro e funzioni ad un livello più basso rispetto a quello della Regione il cui compito è quello di legiferare, fare programmazione ma non occuparsi di gestione del territorio”.
Roberti ha rimarcato il percorso compiuto con la richiesta di intesa al Cal: “un atto che non era necessario ma lo abbiamo voluto proprio perché, quando le province sono state espunte dal nostro ordinamento, il voto del Cal non fu richiesto. L’attuale Giunta ha voluto invece richiederne specificamente l’intesa per dare voce alle esigenza delle comunità”.
Come ha spiegato Roberti, nel corso della predisposizione della proposta di legge costituzionale per reintrodurre il livello di governo intermedio nello Statuto regionale, si è rilevato che lo stesso presenta alcune norme che in ragione delle riforme costituzionali succedutesi nel tempo non trovano più applicazione. Da qui la necessità di apportare ulteriori modifiche allo Statuto di autonomia in occasione della presentazione della proposta di legge costituzionale.
Fra i principali contenuti dell’impianto normativo vi è la previsione di enti di area vasta ad elezione diretta, intermedi fra la Regione e i Comuni, titolari di funzioni amministrative proprie e di quelle conferite con legge regionale, ivi comprese quelle attualmente esercitate dagli Enti di decentramento regionale.
“La presente riforma dello Statuto regionale costituisce, quindi, – ha concluso Roberti – l’occasione per togliere dallo stesso alcune norme implicitamente abrogate in attuazione della clausola di maggior favore di cui all’articolo 10 della legge costituzionale n. 3/2001 di riforma del Titolo V della Costituzione”.
Lo sconcerto dell’opposizione
Partito democratico
“Questa decisione è frutto dell’egoismo di una classe politica di destra che pensa solo a se stessa, a moltiplicare le poltrone. Noi pensavamo meno poltrone, meno sedi faraoniche, meno spese di rappresentanza, più potere ai Comuni, più coordinamento e concertazione. E pensiamo che oggi le urgenze delle famiglie e delle imprese siano altre. Non servono altri presidenti, assessori e consiglieri, perché sono spariti al momento giusto. L’unica verità è che i Comuni sono stati abbandonati dalla Giunta Fedriga, senza personale e in balìa del capriccio del potente che elargisce milioni. Il resto sono chiacchiere, più burocrazia e soldi buttati”. Lo afferma il segretario regionale del Pd Fvg Renzo Liva, dopo che la Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia guidata da Massimiliano Fedriga ha “approvato in via definitiva” le “modifiche statutarie necessarie per riportare le province in Friuli Venezia Giulia”.
Movimento 5 Stelle
“Siamo pronti a confrontarci sul tema delle Province ma una cosa è certa: ci opporremo alla loro elezione diretta”. Lo dichiara il capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Mauro Capozzella, dopo l’annuncio dell’assessore Roberti di un disegno di legge per reintrodurre il livello di governo intermedio nello Statuto regionale.
“Quali bisogni dei cittadini saranno chiamati a soddisfare i nuovi enti? Quante ne avremo? Roberti si ispira al modello Trentino con due Province autonome? – si chiede Capozzella -. Dopo anni di annunci, ora abbiamo un testo, che l’assessore e la Lega mettono sul tavolo con perfetta tempestività elettorale”.
“Da parte nostra, cercheremo con tutte le nostre forze di far capire che un moltiplicatore di poltrone non serve a nessuno – conclude l’esponente M5S -. La nostra regione privata di province è già un unicum in Italia, proporne l’elezione diretta significherebbe continuare ad essere diversi, ma dopo svariati e goffi fallimenti, da sinistra come da destra”.