“Coppia aperta, quasi spalancata”: al Teatro Orazio Bobbio di Trieste
Trieste – In scena al Teatro Orazio Bobbio in stagione per La Contrada uno dei titoli più rappresentati al mondo, Coppia aperta, quasi spalancata, dal 24 al 27 febbraio. Capolavoro di Dario Fo e Franca Rame, per la regia di Alessandro Tedeschi. Sul palco Pierfrancesco Pisani e Isabella Borettini per Infinito Teatro, in collaborazione con Argot Produzioni, ci saranno Chiara Francini, scrittrice, conduttrice e attrice e Alessandro Federico.
Un testo sui rapporti di coppia, sulla psicologia maschile e la relativa insofferenza al concetto di monogamia. La storia grottesca di due coniugi, alle prese con un matrimonio che sta andando allo sfascio, che decidono di sperimentare la formula della “coppia aperta” per risolvere i problemi della loro relazione. Ma la “coppia aperta” in realtà è un’invenzione del marito per giustificare le sue infedeltà.
«Prima regola: perché la coppia aperta funzioni, deve essere aperta da una parte sola, quella del maschio! Perché… se la coppia aperta è aperta da tutte e due le parti… ci sono le correnti d’aria!»: questa battuta folgorante incarna il senso di una commedia rilevante non solo perché è da sempre un grande successo del palcoscenico, ma anche per la sua capacità di definire e celebrare il ruolo della donna all’interno della coppia.
Infatti, fino a che della libertà ne fruisce il maschio va tutto bene, ma cosa succede quando anche la donna, superate le iniziali ritrosie, decide di prendersi la sua parte di libertà trovandosi un altro uomo? I ruoli si invertono: il marito strilla, va in crisi, vuole la mamma e minaccia il suicidio.
L’energica Antonia incarna l’eroina perfetta di tutte le mogli tradite e racconta con ironia la loro “sopravvivenza” tra le mura domestiche. Pur di continuare a stare vicino al marito, la protagonista decide di accettare l’impensabile. Così tra dialoghi e monologhi brillanti si snodano gli episodi più assurdi. Soltanto quando nel cuore di Antonia si insidia un nuovo uomo, giovane e intelligente, il marito sembra accorgersi dell’esistenza della moglie, del suo essere donna, del suo disperato bisogno di essere amata e considerata.
In un periodo in cui l’Italia è immersa in anni di profonde trasformazioni politiche e sociali, la contestazione del ‘68, la legalizzazione dell’aborto e del divorzio, l’abrogazione del reato di adulterio e delle disposizioni legate al cosiddetto “delitto d’onore”, la possibilità della “coppia aperta”, un rapporto libero non vincolato alla monogamia, fa emergere le resistenze a spazzare via machismo e senso di superiorità dell’uomo sulla donna.
Mettere in scena oggi questo spettacolo significa celebrare il talento di Dario Fo così come quello di Franca Rame, due artisti straordinari, che hanno illuminato le scene internazionali con la loro intelligenza, inserendosi con coraggio e determinazione in tutti i grandi temi sociali del loro tempo.