Sultan azienda che progetta, produce e fornisce assistenza su prodotti dedicati al comparto navale diventa Società di Benefit
Mariano del Friuli (Go) – Sultan – realtà che dal 2003 progetta, produce e fornisce assistenza su prodotti dedicati al comparto navale – allestimenti e impiantistica – e che in pochi anni è diventata una realtà conosciuta anche in campo internazionale con interventi e commesse sulle più prestigiose navi da crociera e mega yacht – è diventata una Società Benefit.
La nuova forma giuridica amplia l’oggetto sociale oltre l’approccio profit, aggiungendovi un approccio al business finalizzato anche alla creazione e distribuzione di valore condiviso a lungo termine, che viene configurato come un obbligo di natura statutaria, in ambito sociale, umano, culturale, ambientale… Ciò significa che oltre all’attività economica, l’azienda si impegna a operare in modo responsabile, sostenibile e trasparente nei confronti della sua comunità di riferimento. In particolare, Sultan lo fa in risposta ai requisiti dell’Agenda 2030 dell’ONU.
Da sempre Sultan ha inteso avere un impatto positivo sul territorio in cui insiste sostenendo la comunità locale in iniziative sportive come la Società Sportiva Tigers Baseball, attraverso borse di studio e progetti di collaborazione con le scuole, comportandosi di fatto come fosse una “Società Benefit”. Un approccio che è stato adottato nella convinzione che migliorare la qualità di vita dell’area di riferimento, contribuisca a migliorare quella dei dipendenti e di conseguenza le performance aziendali.
“Con lo scoppio della pandemia, a inizio 2020, e lo stop forzato ad alcune delle attività aziendali, c’è stato più tempo da dedicare a formalizzare questo nostro impegno costante, traducendolo in un vero e proprio obiettivo statutario” ha affermato Michela Cecotti, Amministratore Unico di Sultan Srl e Presidente della Filiera Navalmeccanica e Aeronautica di Confindustria Alto Adriatico.
Il percorso si è avviato con un assessment interno, modellato sull’analisi della rispondenza di Sultan ai requisiti internazionali previsti per una Società di Benefit. Sulla base degli esisti, sono stati attuati alcuni aggiustamenti per rendere l’attività di Sultan più sostenibile, nel senso più ampio del termine, ovvero ancora più attenta alle persone, alle famiglie e alla comunità. Infine, in questi giorni, si è arrivati alla trasformazione del regime societario davanti al notaio.
La trasformazione in Società Benefit prevede che ora tutta Sultan, a partire dal management a tutti i dipendenti coinvolti nel processo produttivo, siano impegnati quotidianamente nel raggiungimento di standard più elevati di scopo, responsabilità e trasparenza, al fine di generare, un impatto positivo sulla società, sull’ambiente e sul contesto territoriale in cui l’azienda opera.
“In Sultan abbiamo inteso diventare Società Benefit per dare un valore aggiunto al nostro modo di agire quotidiano, nella convinzione che codificare nello statuto le best pratice già adottate, possa influenzare positivamente non solo il nostro territorio di riferimento ma contribuire a dare maggiore valore alla nostra filiera, quella della navalmeccanica, a volte ingiustamente additata con commenti negativi, e essere da traino anche per altri imprenditori del territorio nel voler raccontare le azioni generatrici di benessere che già adattano o a volerle implementare” prosegue Michela Cecotti.
“Sono convinta da un lato che ci siano moltissime aziende che sono impegnate in azioni in termini di responsabilità sociale d’impresa o sostenibilità ma che tuttavia non le comunicano a sufficienza perchè l’imprenditore è più concentrato sul fare che sul far sapere e dall’altro che esistano imprese che ritengono che la trasformazione in Società Benefit sia complessa per chi non è una grande impresa strutturata con ad esempio una funzione dedicata alla sostenibilità. Ai primi mi sento di dire che valorizzare le azioni sostenibili può contribuire ad implementare sia la capacità di un’azienda di attirare e trattenere risorse umane qualificate sia a mitigare alcune resistenze anti-industriali aprioristiche purtroppo presenti e ai secondi che il percorso per diventare Società Benefit richiede in sintesi di mettere nero su bianco cosa già si sta facendo, come lo si sta facendo e cosa con le proprie forze si intende mettere in atto per migliorare la propria impronta di sostenibilità” ha concluso Michela Cecotti.