Alberghi in regione, a picco le presenze. Chieste misure d’emergenza
Pordenone – La situazione generata dalla pandemia continua a colpire duramente il turismo e in particolar modo il comparto ricettivo. Ad evidenziare il tema della grande crisi per gli alberghi sono i dati recentemente diffusi da tutti gli osservatori nonché il desolante scenario delle città d’arte, prive del turismo straniero (le grandi città, che nel 2019 rappresentavano un quinto delle presenze turistiche registrate in Italia, hanno subito un crollo del 71% nel 2021).
Una situazione che allarma anche la categoria degli albergatori del sistema Confcommercio del Friuli occidentale, guidata dal presidente Giampiero Zanolin, titolare dell’hotel Moderno di Pordenone, che sottolinea come «La nuova ondata di contagi ha determinato un’ulteriore diminuzione delle già scarse presenze nelle nostre strutture ricettive, aggravandone di fatto la situazione economica e finanziaria. Un momento difficile da gestire, cominciato a dicembre quanto sono crollate le presenze nel capoluogo e di riflesso sul territorio provinciale. Oltretutto l’aumento esponenziale dei contagi e il clima di incertezza generalizzato ha provocato il blocco delle prenotazioni, oltre a nuove disdette giunte in questi giorni per il posticipo di due rassegne fieristiche locali».
È evidente che la categoria sta vivendo una condizione quotidiana pesante, che rischia di provocare un contraccolpo ai tanti lavoratori e di conseguenza alle loro famiglie. «A fronte di ciò e per scongiurare l’acuirsi della crisi – sottolinea ancora il presidente Zanolini – Federalberghi sta pressando il Governo centrale per l’adozione di misure emergenziali in favore del settore e, in particolare, la proroga degli ammortizzatori sociali Covid-19, nonché l’abolizione della rata Imu. A livello locale, invece, ci stiamo muovendo, assieme al Consorzio Pordenone Turismo, con le istituzioni per promuovere il nostro territorio. Sarà un modo per affrontare con fiducia e ottimismo il piano della ripresa economica».
Dal canto suo Giovanna Santin (nella foto), titolare dell’omonimo hotel nel capoluogo e membro del direttivo di categoria, ribadisce come gli aumenti delle bollette energetiche e delle forniture di servizi stiano mettendo a dura prova il funzionamento delle attività ricettive. «Siamo in una sorta di lockdown» dice.
E aggiunge: «Le difficoltà economiche rischiano di strozzare le nostre imprese. L’aumento ingiustificato dei costi fissi non viene certamente compensato dalla vendita delle camere che sono offerte a un prezzo ribassato pur di non perdere il cliente». La Santin pone poi l’accento sul fatto che ora anche per alberghi, bed and breakfast e strutture ricettive per soggiornare è obbligatorio presentare il certificato che attesti l’immunizzazione o la guarigione da Covid-19; nessuna limitazione, invece, per l’affitto di stanze o case private).
«Durante la pandemia – conclude Santin – le nostre attività erano ritenute essenziali per garantire alloggio a lavoratori e non solo. Oggi, invece, siamo costretti a rimandare indietro le persone non in regola con il nuovo pass».