Trieste – Il Consigliere Comunale del Movimento 3V, Ugo Rossi e il Coordinamento No Green Pass hanno organizzato per oggi martedì 23 novembre, a partire dalle 16.30, un nuovo corteo di protesta.
La partenza è prevista dal popolare rione di Chiarbola. Il corteo passa poi per San Giacomo, Largo Barriera, Piazza Garibaldi e termina in Piazza Perugino.
Con tale iniziativa, come si evince dall’annuncio, gli organizzatori vogliono “promuovere la solidarietà tra tutte le categorie lavorative per una società senza discriminazioni, per la giustizia e i diritti contro il Governo Draghi”.
“Non sono io che autorizzo, è la Questura che autorizza. Non è che io posso andare dal prefetto e dalla Questura, io sono un amministratore, loro invece hanno in mano la sicurezza”. Così il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza.
La manifestazione non si svolgerà nei luoghi interdetti, ma seguirà un percorso di alcuni chilometri che di fatto bloccherà il centro, con la chiusura delle vie più trafficate, tra l’altro, nell’ora di punta serale e nonostante le disposizioni che impongono manifestazioni statiche.
“Non solo sono contrariato per l’autorizzazione al corteo – continua Dipiazza -, ma sono fuori di me perché le spese per spostare i cassonetti, mettere le transenne, le hanno addebitate a me, e ora faccio un casino, perché chi ordina deve pagare”.
Ancora più duro è il sindaco con chi domani scenderà in piazza per protestare. “È una roba vergognosa, in un momento così drammatico non hanno neppure il rispetto della malattia, della salute dei cittadini, dell’economia. Oramai c’è il non rispetto di tutto, delle regole, del convivere”, lamenta Dipiazza, pur d’accordo che il diritto alla protesta vada garantito.
Ma aggiunge: “Dovremmo essere un po’ responsabili, c’è gente che si cura da sola a casa e muore. Ma staremmo mica scherzando!? Non capisco con che spirito questi fanno le manifestazione. Si staranno rendendo o no conto che l’Europa, l’Austria è in lockdown, e noi andremo in lockdown a Natale? Pensiamo al danno psicologico, economico al Paese. È una roba folle”, conclude Dipiazza.
Foto d’archivio di Stefano Savini, tutti i diritti riservati.
