“Nati per la Musica”: un progetto lungo 15 anni. Intervista a Alessandra Sila
Non è mai troppo tardi per parlare di un progetto che ci sta particolarmente a cuore: “Nati per la Musica” (NpM), partito proprio da Trieste. A celebrarne il traguardo dei 15 anni è stato l’incontro svoltosi il 29 ottobre in diretta sulla pagina ufficiale di “Nati per la Musica”.
Ad approfondirne i contenuti sono stati l’intervento del pediatra Stefano Gorini, del musicista Salvatore Lo Russo, del pedagogista Antonio di Pietro con la testimonianza di una mamma. Gli stessi autori e coloro che hanno lavorato al progetto “Nati per la Musica” (NpM) non avrebbero pensato che si riuscisse ad avere il successo avuto e che fosse così longevo.
Tra le finalità del progetto c’è quello di “Informare e sensibilizzare genitori, pediatri, operatori sanitari ed educatori sull’importanza dell’espressione sonora e della pratica musicale nella crescita della persona intesa nella sua globalità. I pediatri di famiglia hanno un contatto diretto con i bambini fin dalla nascita e quindi sono un interlocutore privilegiato per la famiglia per comunicare i benefici di buone pratiche”, come peraltro “ascoltare insieme musica di qualità, per un corretto sviluppo della sensibilità musicale, proponendo una ricca varietà di generi e abituando i bambini precocemente all’ascolto di musica dal vivo”.
Abbiamo sentito, per far luce sull’attività e sul programma, Alessandra Sila, che lo segue dal suo esordio. Oltre a far parte del coordinamento ed essere educatrice e direttore del Centro per la Salute del Bambino, si occupa prevalentemente di formazione agli operatori, ha contribuito allo sviluppo del Centro fin dalla sua nascita nel 1999 e prima di questo ha collaborato con l’IRCCS Burlo Garofolo nell’Ufficio Cooperazione in Salute Materno Infantile/WHO Collaborating Centre.
Ci racconta la genesi di Nati per la Musica?
Nati per la Musica nasce nel 2006 sulla scia di Nati per Leggere per promuovere la relazione sonora in epoca prenatale e nei primi anni di vita del bambino. In quegli anni, grazie all’incontro con ricercatrici e pedagogiste in campo musicale, si approfondiscono gli influssi positivi della musica sullo sviluppo cognitivo, linguistico, emotivo e sociale del bambino e su come in famiglia si possa utilizzare la musica anche senza essere musicisti o particolarmente preparati.
Quali sono le ricadute fattive del progetto?
Il programma viene adottato dagli operatori che si occupano di prima infanzia e si colloca subito tra gli interventi precoci nello sviluppo del bambino, secondo il filone di studi Early Childhood Development. Nel 2014 viene pubblicato il manifesto “Le buone pratiche musicali aiutano i bambini a crescere” firmato da numerose personalità anche del mondo artistico come Abreu, Barenboim, Muti che intende diffondere agli operatori i benefici dell’attività musicale. Nel 2012 la ricerca ReMus, condotta dal Burlo Garofolo, il Gruppo Immagine di Trieste e altri istituti di ricerca italiani ed esteri conferma la musica come strumento riabilitativo nella dislessia.
Cosa offrite esattamente?
La formazione Nati per la Musica, circa 10 eventi l’anno, comprende corsi multidisciplinari fruibili in presenza e online rivolti a pediatri, musicisti, bibliotecari, ostetriche, educatori e insegnanti e anche corsi per volontari. Nei territori questi operatori promuovono incontri e laboratori per gestanti e futuri papà, bambini e genitori per consolidare questa pratica da svolgersi in famiglia. La formazione è indispensabile per comprendere le strategie più efficaci per coinvolgere i bambini e i famigliari e per costruire una rete di operatori che attuino politiche di prevenzione della povertà educativa e di sostengo alla genitorialità stabili nei servizi.
Come procedete?
Ogni regione ha dei referenti locali che monitorano le attività, concedono gli accreditamenti per verificare che i laboratori seguano le linee guida Nati per la Musica. Alcune regioni sono più virtuose di altre come il Friuli Venezia Giulia, il Veneto, la Lombardia e l’Emilia Romagna. Qui gli operatori riescono anche a concertare attività miste tra la promozione della lettura e della musica rafforzando le competenze dei genitori.
Ci ragguaglia sui progetti futuri?
Il valore aggiunto che il programma porta nei servizi riguarda nuove relazioni, arricchimenti professionali, scambi che consentono di replicare interventi di qualità e di aggiornarsi. Ci auguriamo di ampliare la diffusione del programma e le attività di volontariato che rappresentano un’opportunità per creare una comunità consapevole e di sostegno nei momenti delicati della nascita e della crescita dei bambini. NpM partecipa al “Tavolo permanente musica 0-6” e al “Forum Nazionale per l’Educazione Musicale” per dialogare con le istituzioni e consolidare l’idea che la musica è “pilastro di tutto il nostro sistema formativo”, come la definisce Patrizio Bianchi, Ministro dell’Istruzione.
Lasciamo i riferimenti del sito www.natiperlamusica.org e della pagina fb Nati per la Musica.
Nella foto Alessandra Sila e Vibha Krishnamurthy, formatrice.