Per la stagione del teatro contemporaneo: prima assoluta de’ “Il barbiere di Trieste” al Teatro dei Fabbri
Trieste – Dal 18 al 20 novembre alle 20.30, con replica il 21 novembre alle 19, ai Fabbri arriva per la stagione di teatro contemporaneo della Contrada “AiFabbri2” lo spettacolo “Il barbiere di Trieste”, una prima assoluta per una coproduzione che vede insieme l’Ass. Artifragili e La Contrada Teatro stabile di Trieste.
Lo spettacolo, dalla forte impronta musicale, si basa sul testo di Beaumarchais e sull’opera omonima di Gioachino Rossini, dove la nota storia è stata riadattata e ambientata nella Trieste del Settecento. Traduzione, adattamento e regia sono di Giacomo Segulia che salirà anche sul palco con Davide Rossi, Veronica Dariol, Omar Giorgio Makhloufi, Daniele Molino. Lo spettacolo è arricchito dalle maschere della Commedia dell’arte di Francesco Garuti.
«Il momento in cui è stato scritto questo testo – spiega il regista e attore Giacomo Segulia – coincide con un periodo di grande splendore per la città di Trieste e per i territori circostanti, sul finire della grande esperienza di Maria Teresa d’Austria sul trono imperiale e l’inizio della definitiva affermazione della città di Trieste moderna come la conosciamo. Siamo in un’epoca di prosperità, un’epoca caratterizzata dalla pacifica convivenza di popoli e culture differenti grazie al porto e ai suoi traffici che univano il mare e la terraferma, una sorta di laboratorio mitteleuropeo che aveva già in sé alcuni principi dell’Europa unita di oggi, un luogo senza confini, di libera circolazione delle persone, di crescita sociale e culturale insieme, che racchiude bene il motto ufficiale dell’Unione europea “unita nella diversità”.
Ecco quindi che questo testo teatrale, un grande classico celebre in tutto il mondo, ci è sembrata l’opera ideale per affrontare temi quali la convivenza pacifica tra le diverse culture presenti oggi in un mondo senza confini. Ma non solo. Analizzandolo e scavando nelle dinamiche tra i personaggi, è emerso fin da subito un conflitto che ha, secondo me, sempre bisogno di essere affrontato a viso aperto, senza pregiudizi: quello generazionale. L’eterna lotta tra i vecchi e i giovani, tra visioni del passato e visioni del futuro. Anche e soprattutto adesso, in questo difficile momento storico.»