Rettifica del Comitato dei lavoratori del porto di Trieste: la protesta continua

Trieste – Smentisce il rientro al lavoro l’ultimo comunicato stampa diramato dal CLPT (Coordinamento lavoratori porto di Trieste). La protesta non si ferma.

C’è stata infatti una rettifica, una precisazione da parte del portavoce Stefano Puzzer che chiariva sulla notizia della ripresa del lavoro da parte dei lavoratori portuali a partire da domani. Notizia smentita. Lo sciopero proseguirà almeno fino al 20 c.m. Rimane confermato, per ora, l’incontro per il 30 ottobre a Roma con i rappresentanti di Governo.

Questo il testo del comunicato:

“I lavoratori portuali di Trieste e Monfalcone hanno iniziato la lotta per impedire l’applicazione del criminale e ricattatorio decreto Green Pass, che nulla ha a che fare con la sicurezza sanitaria e la lotta contro il Covid19, ma che ha lo scopo di dividere i lavoratori, costringendo una loro parte a pagare per poter lavorare. Il tutto dopo che per quasi due anni hanno lavorato in condizioni di sicurezza sanitaria che definire ridicole è molto gentile”.
La risposta che abbiamo avuto è stata l’offerta di tamponi gratuiti per i portuali di Trieste e Monfalcone – ma non per tutti (molte aziende, tra cui quelle controllate dall’AdSPMAO non hanno accettato di farsi carico del costo dei tamponi). Una ulteriore discriminazione nella discriminazione, che crea lavoratori di serie A, che non devono pagarsi il tampone, e lavoratori di serie B che invece devono pagarselo”.

“Ci siamo poi uniti agli altri lavoratori e cittadini che partecipavano alle manifestazioni del Coordinamento No Green Pass Trieste. Ma neanche le manifestazioni più imponenti tenutesi a Trieste e altrove hanno smosso chi doveva, responsabilmente, accogliere le giuste richieste dei manifestanti. Perciò abbiamo deciso, in accordo con i lavoratori triestini di altre categorie, di aderire allo sciopero indetto a partire dal 15 ottobre da varie sigle sindacali.
Questa nostra iniziativa ha suscitato una ondata di solidarietà da tutta Italia che ci ha sorpreso ma anche fatto capire che non eravamo soli”.

Siamo riusciti a fermare le attività nei porti di Trieste e Monfalcone circondati dal sostegno di migliaia e migliaia di persone giunte da ogni parte d’Italia. Oggi abbiamo scoperto e denunciato che le aziende sono state costrette, per far fronte allo sciopero, a far lavorare lavoratori senza Green Pass, violando il decreto governativo.
Neanche questo pare avere smosso le Istituzioni, che hanno cercato di impedire l’espressione democratica della volontà di una grossa parte della popolazione con minacce e falsità. E’ quindi necessario fare un passo avanti assieme alle migliaia di persone e gruppi con cui siamo entrati in contatto in questi giorni”.

“Il primo passo – concludono i portuali – sarà il 30 ottobre, quando delegazioni di lavoratori portuali di Trieste e Monfalcone e degli altri scali italiani, delle forze dell’ordine, di sanitari, di giornalisti e di altre categorie di tutta Italia saranno accolte al Senato a Roma per far valere le ragioni di chi chiede l’abolizione del Green Pass per lavorare”.

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