Folkest ritorna ad Auronzo di Cadore

Tvg – Folkest ritorna ad Auronzo di Cadore a partire da domenica 1 agosto con tre appuntamenti che come ogni anno sanciscono una forte collaborazione tra il comune e il festival della world music di Spilimbergo.

Il Cadore, con le suddivisioni territoriali, le tradizioni culturali, la lingua, le Regole e la Magnifica Comunità, è un territorio che si presta naturalmente a un progetto culturale e turistico come quello di Folkest;
un progetto speciale dedicato alla promozione della musica e alle tradizioni locali, con un ampio sguardo a un allargato orizzonte sonoro, fatto di stimoli e contaminazioni. Un progetto ad ampio spettro che oltre alla realizzazione di concerti prevede incontri con personaggi di spicco della musica e della cultura mondiale, allestimento di mostre fotografiche e di strumenti della musica popolare, presentazioni di libri dedicati all’argomento e approfondimenti di vario tipo.

Domenica 1 agosto 2021 alle 20.30 s’apriranno idealmente le danze in piazza Santa Giustina con Confessioni di un musicante – Silvio Trotta canta Branduardi, una rivisitazione metabolizzata della musica di Angelo Branduardi da parte di Silvio Trotta, da sempre interessato ai repertori del grande cantautore lombardo e della musica popolare italiana, le sonorità nord europee e la musica antica dal sapore medievale.

Si prosegue sabato 7 agosto 2021, sempre alle 20.30, con Amore, Morte & Rock’n’Roll – Le ultime ore di Bowie, Cohen, Lou Reed e Freddie Mercury, intenso spettacolo di Ezio Guaitamacchi, con Cristiano Godano, Andrea Mirò e Brunella Boschetti. Tratto dall’ultimo, omonimo libro di Ezio Guaitamacchi, Amore, morte & rock’n’roll, è un suggestivo show multimediale, fatto di narrazione, suoni e visioni che racconta le ultime ore di quattro leggendarie rockstar unite da diverse e spesso poco conosciute liaison umane e artistiche. 

Sabato 28 agosto 2021, alle 20.30, con A forza di essere vento dell’FDA Ensemble, un progetto che, partendo da un verso prezioso del repertorio di Fabrizio De André, diventa titolo e sintesi del loro stesso far musica. Il significato generale del brano citato, che è Khorakhanè, è racchiuso nella metafora della vita vista come il viaggio di uno zingaro, che parte senza meta, così come il destino dell’uomo non è la meta. bensì il senso del viaggiare, che è la sua ragione ultima (… per la stessa ragione del viaggio, viaggiare…). Sul palco sono presenti dodici artisti provenienti da diverse località̀ ed estrazioni musicali: dall’Alto Adige, al Veneto, al Friuli Venezia Giulia, che ripropongono un repertorio ricercato, ripercorrendo in maniera raffinata tutte le tappe evolutive di Fabrizio De André, in un incontro di generi e di stili dal forte impatto emotivo.

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