Lockdown totale in Slovenia dal 1° al 12 aprile. Chiusi anche valichi minori con FVG

Lubiana (SLO) – Nella vicina Slovenia il governo ha deciso il lockdown in tutto il Paese dall’1 al 12 aprile, accogliendo così le indicazioni giunte dal comitato scientifico consultivo.

In una riunione straordinaria dell’esecutivo, riunito sabato 27 marzo a Brdo pri Kranju, dopo un incontro che il presidente Borut Pahor ha avuto con i rappresentanti dei partiti, il premier Janez Janša e i suoi ministri hanno deciso all’unanimità di introdurre una chiusura generalizzata a partire da giovedì 1° aprile.

Janša si è detto consapevole delle difficoltà che una tale scelta comporta, ma le nuove misure – ha affermato – sono necessarie per contenere la terza ondata di contagi.

Sono già stati intensificati i controlli ai confini della Slovenia con il FVG e reintrodotto l’obbligo di mascherina anche all’aperto, mentre l’amministrazione pubblica avrà qualche giorno di tempo per organizzare il lavoro interamente da remoto.

Il ministro dell’Economia Zdravko Počivalšek in conferenza stampa ha detto di aver espresso i suoi dubbi in merito a una chiusura generalizzata, ma “l’unità della politica deve prevalere in questo momento difficile per poter riaprire il prima possibile”.

In Slovenia finora sono state vaccinate 104.563 persone su una popolazione totale di 2.065.000 abitanti.

La senatrice Tatjana Rojc (Pd), appartenente alla minoranza slovena, ha riferito di aver preso contatto con la rappresentanza diplomatica della Repubblica di Slovenia in Italia, per rappresentare “grave disagio” dopo che le Autorità di Lubiana hanno disposto sbarramenti anche sui valichi secondari per impedire l’accesso dall’Italia alla Slovenia.

“Deve tornare a essere consentito il transito dei transfrontalieri sul confine tra Italia e Slovenia – ha detto l’on. Rojc – e soprattutto devono essere riaperti i valichi minori. Questa nuova iniziativa del governo di Lubiana è stata presa senza pensare alle conseguenze su territori e popolazioni che vivono ormai in osmosi, non solo ci sono contraccolpi sui lavoratori ma anche sulla vita quotidiana di famiglie che hanno interessi e usufruiscono di servizi da entrambe le parti del confine. Ferme restando le limitazioni già previste, non si è considerato che è impensabile tornare a ‘blindare’ Gorizia e Nova Gorica o i sentieri carsici. Inoltre è stato già rilevato anche statisticamente che i transfrontalieri non sono portatori del virus”.

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