Monitoraggio settimanale Covid, il Friuli Venezia Giulia tra le 5 regioni a rischio più alto
FVG – Il Monitoraggio settimanale sul Covid-19 con dati aggiornati al 24 marzo mostra un miglioramento complessivo del rischio, sebbene complessivamente ancora alto.
Nel report settimanale della Cabina di Regia l’Istituto Superiore di Sanità analizza la situazione delle Regioni italiane. Cinque di queste (Friuli Venezia Giulia, Lazio, Piemonte, Puglia e Toscana) hanno un livello di rischio alto secondo il DM del 30 aprile 2020.
In particolare, il valore medio dell’indice Rt regionale è pari ad 1.23 (minimo 0.88, massimo 1.49). L’incidenza media è pari a 317.94 casi per 100.000 persone. La zona più colpita è quella coperta dall’Azienda Sanitaria del Friuli Centrale. Si tratta di valori superiori alla media nazionale.
La percentuale di posti letto di Terapia Intensiva occupata da pazienti Covid−19 è giunta al 45%; quella dei posti letto negli altri reparti ospedalieri è pari al 51%, in entrambi i casi sopra la soglia critica. Anche questi due parametri mostrano valori superiori alla media nazionale.
“I dati di incidenza, trasmissibilità ed il forte sovraccarico dei servizi ospedalieri – si legge nel Report – richiedono di mantenere rigorose misure di mitigazione nazionali accompagnati da puntuali interventi di mitigazione/contenimento nelle aree a maggiore diffusione”.
L’incidenza in Italia “è ancora molto elevata”, e anche alla luce del diffondersi delle varianti “occorre mantenere misure rigorose, la drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone e la mobilità”. Lo ha detto il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, nel punto stampa sui dati di monitoraggio della cabina di regia.
Il monito del rettore dell’Università di Trieste
Preoccupazione per l’andamento della pandemia è stata espressa anche dal rettore dell’Università di Trieste, professor Roberto Di Lenarda, durante la cerimonia d’inaugurazione dell’anno accademico 2020/21 svoltasi venerdì 26 marzo.
Per il rettore “non si può tacere la preoccupazione sulle conseguenze della incerta gestione comunicativa sulla sicurezza e sull’efficacia dei vaccini”.
“Nei confronti della scienza si oscilla ancora oggi da un irrazionale scetticismo e un colpevole negazionismo a un fideismo cieco, ma la conoscenza scientifica è l’unica fonte a cui attingere per avere un corretto orientamento che permetta scelte basate sulla comprensione dei fenomeni e non su un’opinione”.
Il vaccino “è in grado di salvare migliaia di vite umane al giorno in ambito europeo e non è accettabile che persone che hanno una cultura scientifica, chi è uomo di scienza e di medicina, possano sostenere che il vaccino non va fatto, ma va fatto il prima possibile alla maggior velocità possibile”.
Secondo Di Lenarda, “abbiamo perso la prospettiva: 4-500 morti al giorno in Italia, vuole dire due aerei che cadono ogni giorno”.