Covid, schizzano ancora in alto i nuovi casi, sono 866. Raggiunti i picchi di metà gennaio
FVG – Sono 12.671 le persone positive al Covid-19 in Friuli Venezia Giulia. Mercoledì 10 marzo l’aumento è pari a 461 unità.
I nuovi contagi di Covid sono 866. Nel dettaglio, su 6.273 tamponi molecolari sono stati rilevati 474 nuovi contagi con una percentuale di positività del 7,55%. Sono inoltre 3.285 i test rapidi antigenici realizzati, dai quali sono stati rilevati 392 casi (11,93%).
I decessi registrati sono 11, a cui se ne aggiunge un altro avvenuto a gennaio; i ricoveri nelle terapie intensive sono 64 mentre quelli in altri reparti risultano essere 489.
I clinicamente guariti sono 2.309. Le persone affette da Covid in isolamento a casa sono 12.118.
La presenza della variante inglese in regione si attesta al 63% e questo giustifica l’alta percentuale di contagi. I dati sono stati calcolati sulle positività individuate la scorsa settimana e sono cresciuti rispetto alla settimana precedente, quella dal 18 al 25 febbraio, quando si attestavano al 28%.
Case di riposo e sanità regionale
Nelle residenze per anziani non sono stati rilevati casi di positività al virus tra le persone ospitate nelle strutture regionali, mentre sono stati rilevati 4 contagi tra gli operatori sanitari delle stesse.
Nel Sistema sanitario regionale da registrare nell’Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale la positività al Covid di un amministrativo, uno psicologo e un tecnico.
Vaccinazioni
Sono 142.877 le dosi di vaccino somministrate in Friuli Venezia Giulia a fronte di 170.415 dosi disponibili.
Gli over 80 residenti in Friuli Venezia Giulia che si sono già prenotati per ricevere il vaccino a domicilio sono circa 7.200.
L’operazione, che ha preso il via da qualche giorno, si dovrebbe concludere con la somministrazione della doppia dose indicativamente entro la fine di aprile o al massimo entro la metà del mese di maggio.
Il numero si è ridotto rispetto alle preventivate 15 mila unità, perché molti si sono già recati autonomamente presso i centri allestiti in regione per ricevere le dosi a loro destinate mentre per altri ancora si sta prendendo in esame la possibilità di organizzare dei trasporti protetti nei vari punti in cui vengono somministrate le dosi.