Udine – Sabato 6 febbraio, dalle ore 16, musicisti, poeti, cantanti, ballerini si esibiranno davanti ai teatri chiusi e nelle piazze d’Italia, tra cui piazza XX Settembre a Udine e piazza della Repubblica a Monfalcone, grazie all’iniziativa di Marcia della Liberazione.
A distanza di quasi un anno dalle chiusure – decise su sconosciute basi scientifiche – di teatri, cinema, musei, il settore dello spettacolo e delle sue maestranze – complice il disinteresse da parte del Governo – sta letteralmente collassando.
Al di là delle motivazioni legate alla diffusione del Covid, è ormai evidente la volontà (iniziata ben prima dell’emergenza sanitaria) di mortificare l’Arte e la Cultura a vantaggio di campi del sapere più funzionali e alla finanza, come i lavori legati alla tecnologia o alla sicurezza; ne è prova, ad esempio, la recente campagna diffusa dal governo Britannico nella quale si invitano gli artisti a convertirsi in informatici o in lavoratori del mondo digitale “poiché l’arte è improduttiva”. E invece di Cultura si mangia! Basti pensare che oltre il 6% del PIL nazionale deriva da Turismo e Cultura, due settori che da soli “fatturano” oltre 250 miliardi l’anno e danno lavoro a un milione e mezzo di persone. Un patrimonio immenso che l’ignoranza al potere vorrebbe liquidare riconvertendo le maestranze. Ma è proprio il grande mosaico di personalità artistiche (nel cinema, nel teatro, nella musica, nella pittura), di genio, di creatività che hanno reso il nostro Paese faro del mondo per quasi otto secoli e continuano a mantenere vivo questo inestimabile patrimonio.
Artisti di ogni genere si uniranno per far tornare a vivere l’Arte come evento e come confronto: musica dal vivo, recitare su un palco, dipingere in verità; cantare insieme, nelle pubbliche piazze. Per continuare a portare calore, speranza, bellezza di cui c’è bisogno, soprattutto in questo periodo così buio.
