Tutela ambientale: presentate in Consiglio regionale petizioni per i torrenti Arzino, Alberone e Resia

Trieste – Tre petizioni in favore dell’integrità ambientale di altrettanti torrenti, l’Arzino, l’Alberone e il Resia, sono state presentate giovedì 30 luglio in Consiglio regionale con l’obiettivo anche di promuovere una più ampia riflessione sulla necessità di tutelare il complesso reticolo orografico del Friuli Venezia Giulia, considerato sotto attacco di grandi imprese idroelettriche.

Un patrimonio ricco e straordinario da non perdere, che meriterebbe anzi – è stato detto – una legge regionale sulla naturalità delle acque del nostro territorio, considerando anche il rapporto costi-benefici connesso alla presenza delle centrali e agli incentivi di cui esse godono.

Una ricchezza naturale tale per cui c’è stata la richiesta comune di individuare un elenco di torrenti – primi fra questi l’Arzino, il Viellia nelle Prealpi Carniche e il Resia nelle Alpi Giulie – che, per il contesto paesaggistico in cui si collocano, vadano esclusi da qualsiasi ipotesi di sfruttamento idroelettrico.

Per le stesse motivazioni una forma di tutela assoluta andrebbe prevista per altri tratti di corsi d’acqua, quali il Chiarsò di Paularo tra le località di Ponte Fuset e Stua Ramaz nelle Alpi Carniche, il Cornappo a Monte Toriano nei Colli Orientali, il tratto montano del Palar nel Gemonese e l’Isonzo tra località Piuma e il confine di Stato.

A tutela dell’Arzino

“A favore dell’integrità ambientale del torrente Arzino e delle sue meravigliose cascate”, questo il titolo della petizione, sono state raccolte 7951 firme e il primo firmatario Simone Zavagno, ricordando che esso è uno dei pochissimi fiumi integri in tutto il suo percorso, dalle sorgenti alla confluenza con il Tagliamento, ha sintetizzato le richieste rivolte alla Regione, alla luce dei rischi derivanti dai progetti di futuri prelievi acquedottistici. Negare l’autorizzazione alla costruzione di centraline idroelettriche lungo la sua intera asta, per il pregio ambientale che lo contraddistingue e per il carattere di unicità che riveste, darebbe finalmente seguito a quanto afferma la legge 16/2002 in base alla quale i bacini idrografici sono ecosistemi unitari e le acque e il suolo costituiscono una fondamentale risorsa da utilizzare secondo principi di razionalità e solidarietà nella tutela delle aspettative e dei diritti delle generazioni future a fruire di un integro patrimonio ambientale.

Da qui anche la richiesta di inserire l’Arzino nell’elenco dei siti di riferimento regionali, di promuovere uno strumento di tutela per la salvaguardia integrale del torrente e delle sue sponde, di coinvolgere i Comuni nell’individuazione delle modalità di salvaguardia completa e duratura anche per lo sviluppo di un turismo naturalistico a cui il territorio appare profondamente vocato.

A tutela dell’Alberone

La raccolta di 1151 firme – prima quella del diciottenne Aran Cosentino – a sostegno della petizione per l’integrità del torrente Alberone, che nasce dalla sorgente Scrilla a 1403 metri, sul fianco meridionale del Monte Matajur, e che dà il nome alla vallata in cui si sviluppa l’abitato di Savogna, è partita dal Comitato “Amici del Torrente Alberone” e ha beneficiato della collaborazione di numerose associazioni ambientaliste e all’impegno di tanti cittadini e, nel 2018, ha portato alla bocciatura definitiva di una centralina idroelettrica non sostenibile dopo una battaglia durata due anni.

“Mentre il numero delle centraline cresce – ha spiegato Cosentino – non altrettanto si può dire del volume della loro produzione, che è addirittura diminuito. Considerando anche la minore quantità di pioggia annuale, questo è un dato preoccupante; costruire una centralina su uno degli ultimi torrenti incontaminati non è produrre energia verde ma è distruggere un tratto di torrente unico al mondo. La naturalità dell’Alberone confermata dalla diffusa presenza dei gamberi d’acqua dolce e mantenerlo intatto diventa un esempio di gestione lungimirante del territorio”.

A tutela del Resia

Sono 4199 le firme raccolte per l’integrità ambientale del torrente Resia, che attraversa l’omonima valle nel Parco naturale delle Prealpi Giulie, caratterizzato da una straordinaria biodiversità. La prima firmataria della petizione, Anna Micelli, ha ricordato la presenza nelle sue acque di numerose specie oggetto da tempo di programmi di salvaguardia e ha parlato dei progetti di sviluppo turistico ecosostenibile a cui enti, associazioni e forze sociali della Valle lavorano, affinché torrente, valle e popolazione che vi abita costituiscono un unicum storico, culturale etnico e linguistico inscindibile. Ma ha anche evidenziato le criticità presenti in relazione alla stabilità geologica dell’area interessata all’insediamento di una industria idroelettrica e che questo non produrrebbe ricchezza per la valle, ma la porterebbe via. Con la petizione, quindi, si chiede alla Regione di valutare l’incompatibilità ambientale e paesaggistica dei diversi progetti, tenendo in considerazione le specificità della Val Resia e di rendere pertanto parere negativo sulle richieste di pronuncia di compatibilità ambientale.

L’iter in IV commissione consiliare

Le tre petizioni, che hanno raccolto un numero di firme significativo rispetto alla popolazione dei territori interessati, segno – è stato sottolineato dai riceventi – di una grande sensibilità e di un fortissimo senso civico, saranno ora assegnate alla IV Commissione consiliare per lo svolgimento del consueto iter.

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