Negoziato tra Regione e governo sui trasferimenti da FVG a Stato: si rischia il muro contro muro

Trieste – Da una parte l’assessore regionale alle finanze e patrimonio Barbara Zilli (Lega) lancia l’allarme sulle minori entrate nelle casse regionali a causa Covid; dall’altra il governo nazionale e la maggioranza che lo sostiene ritengono di aver distribuito già notevoli risorse.

La Giunta e l’attuale maggioranza in Consiglio regionale sparano a zero sul governo giallo-rosso mentre Forza Italia ha portato in Aula a Montecitorio un ordine del giorno, bocciato, che chiedeva la sospensione del contributo alla finanza pubblica da parte della regione Friuli Venezia Giulia.

Bilancio regionale, entrate in forte calo

“Un crollo delle entrate allarmante che, rispetto al 2019, nel mese di aprile è pari a 53 milioni di euro e in quello di maggio sfiora gli 80 milioni di euro, cifre preoccupanti per il Friuli Venezia Giulia in uno scenario nel quale non è ancora definita la trattativa con Roma e la spesa sanitaria, per le esigenze legate al Covid, continua ad aumentare”.

Lo ha detto l’assessore regionale alle Finanze Barbara Zilli il 9 luglio in Consiglio regionale per l’esame in I Commissione integrata dell’Assestamento di Bilancio per gli anni 2020-2022, fornendo i dati legati all’andamento del gettito derivante da compartecipazione statali e tributi propri “che, in concomitanza con l’inizio della pandemia – ha aggiunto – ha segnato una contrazione del 13,24% in aprile e del 20,84% nel maggio scorso”.

“Ugualmente preoccupante – ha spiegato Zilli – è la simulazione compiuta sull’andamento del gettito sul bilancio 2020, che evidenzia minori entrate pari a 609,25 milioni di euro. La proiezione, costruita tenendo conto del calo dell’11,2% del Pil così come stimato dalla Commissione europea, segna una perdita consistente per il Friuli Venezia Giulia che dall’iniziale previsione di 5.439,70 milioni di euro, potrebbe chiudere il bilancio a fine anno con 4.830,45 milioni di euro. “Quanto al 2021 – ha concluso – le previsioni, se come indicato a livello europeo vi sarà un recupero del 6,1% del Pil, il bilancio potrebbe recuperare solo in parte le perdite, segnando comunque minori entrate per 314,59 milioni”.

L’affondo della Lega

“Pd e M5S hanno perso l’ennesima occasione per dare riscontro alle legittime richieste del Friuli Venezia Giulia affinché possa utilizzare le proprie risorse per fronteggiare l’emergenza dovuta alla pandemia da Covid-19. La decisione del Governo giallorosso di bocciare alla Camera un ordine del giorno in cui si chiedeva di sospendere il contributo alla finanza pubblica da parte della Regione Fvg è la riprova che, chi oggi governa, non sta considerando adeguatamente le esigenze dei cittadini locali. Questo legittima, se ancora ce ne fosse bisogno, la nostra diffidenza e la nostra prudenza”.

Così il capogruppo della Lega in Consiglio regionale, Mauro Bordin, a margine della seduta della I Commissione integrata che ha visto l’approvazione del disegno di legge 99 sull’Assestamento del bilancio per gli anni 2020-22 e del Documento di economia e finanza regionale 2021 (Defr).

“Le scelte prudenziali che, come Amministrazione regionale stiamo facendo in questo Assestamento di bilancio, sono consequenziali all’incertezza che proviene dall’Esecutivo nazionale che non ha fornito indirizzi chiari in merito alla ripresa e al rilancio economico dell’Italia. A fronte di minori entrate per la Regione, stimate fra i 500 e i 700 milioni di euro, ancora non è chiaro – specifica il rappresentante del Carroccio – quali risorse lo Stato intenda trasferirci. Quelle fino ad ora ipotizzate, invece, sono insufficienti e non consentono di adottare nuove misure a livello regionale”.

“È quindi necessario – sottolinea Bordin – adottare l’atteggiamento del buon padre di famiglia. Anche se in questo caso noi siamo il figlio che, per poter spendere i fondi, attende indicazioni sul loro ammontare dallo Stato che riveste il ruolo di padre. In questo momento, mentre da un lato non viene dato riscontro positivo alla richiesta della Regione Fvg di trattenere gli oltre 700 milioni che trasferiamo a Roma per concorrere al saldo di finanza pubblica, dall’altro lo Stato continua a indebitarsi senza destinare parte delle risorse così ottenute alle Regioni e alle Province a statuto speciale. Non possiamo che auspicare – conclude il leghista – una maggiore sensibilità e attenzione nell’arco delle prossime settimane”.

Dura replica della maggioranza al governo

“Il centrodestra del Fvg si è smascherato del tutto: ha detto chiaramente che non vuole un negoziato Stato-Regione sul patto finanziario, ma uno scontro politico a prescindere dal risultato. Infatti FI ha portato in Aula e sottoposto alle logiche di schieramento un documento che va contro il concetto stesso di negoziato con lo Stato, che bypassa le prerogative della Regione autonoma, contiene cifre non condivise e nemmeno tiene conto di quanto già erogato dallo Stato. Con questo tentato colpo di mano si rendono le cose più difficili”. Così la deputata Debora Serracchiani (PD).

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