Nella Patria del Friuli. L’ancestrale culto di Cristoforo, Rocco e Sebastiano (VIDEO)

DI PIERGIORGIO GRIZZO – Nella Santeria friulana spicca il culto di tre ausiliatori, Cristoforo, Sebastiano e Rocco, dipinti ovunque nelle pale d’altare e negli affreschi delle nostre pievi. Il primo è il protettore dei pellegrini e dei viandanti e la sua venerazione è più che comprensibile in una terra di confine e di transito come il Friuli. E’ diffusissimo soprattutto lungo la linea del Tagliamento sulle facciate delle chiese poste in prossimità dei guadi.

Prima di affrontare il guado di un fiume o un passo montano il viaggiatore era solito pregare il santo nerboruto, che porta sulle spalle poderose il Gesù bambino. Sebastiano era genericamente venerato come protettore dei martirizzati e dei sofferenti. E’ trafitto dalle frecce, simbolo dei tormenti e dei patimenti che lasciano nel corpo e nell’animo piaghe e cicatrici perenni, ma non perde mai la sua espressione calma, quasi serafica. E’ come se tutti i dolori e le disgrazie gli scivolassero addosso, come acqua piovana. Sebastiano potrebbe essere considerato il santo della resilienza, per usare un termine così in voga oggi. E’ il protettore degli afflitti, che non si piegano e che reagiscono, ed è normale che i friulani, sui quali la storia si è sempre accanita senza misericordia, lo abbiano inserito tra i loro numi tutelari. E’ anche, insieme a Rocco, il protettore contro la peste.

Quest’ultimo è sempre raffigurato nell’atto di mostrare il bubbone lasciatogli dalla malattia, dalla quale era miracolosamente guarito.
La presenza di Rocco e Sebastiano è motivata dalle innumerevoli epidemie che flagellarono la Patria nel corso dei secoli, soprattutto a cavallo del 400 e il 500. (In epoca moderna si ricordano, come le più devastanti, quelle del 1479 , del 1487 , del 1497 , del 1511, del 1529 e 1630). Ma la paura della peste non abbandonò il Friuli, come il resto d’Europa, fino al calare del diciannovesimo secolo.

Torniamo al trittico di santi dell’inizio. Gli antichi friulani pregavano Cristoforo per i motivi che abbiamo detto e forse perché ammiravano la sua forza e la sua generosità. Erano devoti a Rocco e Sebastiano perché si sentivano tenaci, coraggiosi e resilienti come loro. L’indole di un popolo in questo caso si specchia nei suoi santi. (Nella foto: affresco di Giovanni Antonio da Pordenone, raffigurante tra gli altri San Rocco e San Sebastiano, nella chiesa di San Martino a Pinzano al Tagliamento).

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