Abbigliamento, viaggi, compravendita e affitto di immobili: tutto fermo. L’appello delle categorie

Udine – Negozi di abbigliamento, agenzie di viaggio e immobiliari, professioni. Categorie che stanno pagando un prezzo altissimo dell’emergenza sanitaria ed economica in corso.

“Il comparto moda rappresenta oltre mille aziende in provincia di Udine e dà lavoro a circa 3mila persone – spiega Alessandro Tollon, vicepresidente di Confcommercio e consigliere del gruppo Federmoda –. Gli ordini si fanno con un anticipo di 6-9 mesi e dunque la chiusura forzata dei negozi, l’ultimo anello della catena, mette in crisi l’intera filiera”.

Con la cassa integrazione in deroga per le aziende da uno a 5 dipendenti che mette almeno in parte al riparo i collaboratori, i problemi contingenti restano quelli legati al pagamento di fornitori e affitti.

“Con gli incassi azzerati è impossibile pagare i fornitori che hanno già prodotto e consegnato e, nella speranza di aprire prima dell’estate, si pone il tema dei saldi che iniziano i primi di luglio riducendo drasticamente la marginalità del commercio. Una soluzione? L’accesso al credito con il sostegno di Confidi Friuli ci può aiutare a scollinare la tragica crisi, ma il sistema moda, già in difficoltà, soffre moltissimo”.

Non diverso il punto di visto di Lino Domini, capogruppo di Fimaa Confcommercio provinciale: “La situazione è pesantissima. La riduzione dei fatturati nel settore immobiliare si aggira tra il 65 e il 70%, le agenzie sono in ginocchio. Il mercato era in leggera ripresa dopo la crisi del 2008 e ora è arrivata un’altra mazzata, con conseguenze che riguardano, nel nostro territorio, anche le locazioni turistiche, viste le ripetute disdette. Non c’è dubbio che servono azioni decise di sostegno: oltre al rinvio delle scadenze fiscali, contributive e delle utenze, è più che opportuno reintrodurre la cedolare secca per le locazioni commerciali”.

Confcommercio provinciale segnala anche i danni gravissimi subiti dalle agenzie di viaggio, effetto della paralisi dei trasporti, quelli aerei in particolari, con aeroporti chiusi e voli passeggeri cancellati.

E c’è poi l’ampio spettro delle professioni. “Le partite Iva, che siano lavoratori autonomi, micro imprese o professionisti, sono notoriamente privi di tutele – ricorda Fabio Passon, referente del gruppo Professioni di Confcommercio provinciale –. Ma, in questo momento di crisi sanitaria che prelude una successiva forte crisi economica, anche noi abbiamo bisogno del sostegno delle istituzioni per poter riprendere, quando finalmente arriverà il momento, a fare le nostre attività, che in larga parte offrono servizi alla popolazione”.

Cosa serve a breve termine? “Iniezione di liquidità con misure rapidamente accessibili e continuative, azzeramento delle scadenze fiscali e dei tributi locali da parte dei Comuni, sospensione e poi rateizzazione a tasso zero a lungo termine dei costi fissi aziendali a causa della pandemia, equiparazione dell’accesso al credito, tutele in caso di malattia legata al coronavirus”.

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