Chiusura dell’area a caldo della Ferriera di Trieste: lavoro a rischio, si mobilitano i sindacati
Trieste – Un incontro “urgente” con la proprietà della Ferriera di Trieste. Lo hanno chiesto i sindacati Fim, Fiom e Uim, durante un’assemblea con i lavoratori svoltasi nello stabilimento di Siderurgica Triestina-Gruppo Arvedi il 2 settembre.
L’assemblea era stata convocata dopo che la proprietà aveva manifestato “ufficialmente” alla Regione Fvg la disponibilità a discutere il superamento dell’area a caldo. Un processo che secondo i sindacati mette a rischio “circa 500 posti di lavoro, tra dipendenti e indotto”, tutte persone tra “i 45-50 anni, con 20-30 anni di impiego nella siderurgia”. I lavoratori si sono quindi riuniti in presidio davanti allo scalo legnami, dove è arrivato anche l’assessore regionale al Lavoro, Alessia Rosolen.
Successivamente il sit in si è spostato sotto la direzione: “Il direttore dello stabilimento ci ha riferito – afferma il segretario provinciale della Fiom, Marco Relli – che Giovanni Arvedi è disposto a riceverci a Cremona. Auspichiamo che l’appuntamento possa essere fissato la prossima settimana”.
“A oggi – afferma il segretario provinciale Fiom, Marco Relli – l’area a caldo occupa circa 400 dipendenti”, a cui va aggiunto un indotto “di 100-120” addetti. Solo “una minima parte potrà essere assorbita nell’area a freddo, per gli altri dovremmo capire quali sono le intenzioni”.
Sindacati e lavoratori sono “preoccupati perché le prospettive non ci sono” e “la disoccupazione a Trieste sta aumentando”.
La Siderurgica Triestina nei giorni scorsi aveva ufficialmente e formalmente manifestato la propria disponibilità a discutere il superamento dell’area a caldo della Ferriera di Servola con una lettera pervenuta all’indirizzo dell’assessore all’Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile Fabio Scoccimarro.
Per Scoccimarro si tratta del “punto di partenza di un nuovo e complesso iter che dovrebbe portare alla revisione dell’accordo di programma nel più breve tempo possibile nel rispetto di ambiente, salute, lavoro e impresa”.
“La Regione – ha detto Scoccimarro – si farà parte attiva presso i ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico, l’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico settentrionale e appunto Siderurgica Triestina al fine di revisionare l’attuale accordo di programma in virtù delle prospettive del porto di Trieste”.
“I tempi per giungere a una soluzione condivisa – ha affermato l’assessore – dovranno essere brevi. Una soluzione che dovrà tenere indubbiamente del diritto d’impresa e salvaguardare i livelli occupazionali affinché nessuna famiglia resti senza reddito, anche grazie alle possibilità che la riconversione del sito porterebbe con sé”.