A Gian Antonio Stella il Premio Crédit Agricole FriulAdria “Testimoni della Storia”
Trieste – Va a Gian Antonio Stella l’8ª edizione del Premio Crédit Agricole FriulAdria “Testimoni della Storia”, promosso dal Premio Giornalistico internazionale Marco Luchetta su impulso di Crédit Agricole FriulAdria, d’intesa con il festival Pordenonelegge.
Questa la motivazione: “Editorialista acuto e brillante, penna fra le più efficaci e sapide del giornalismo italiano, ha saputo non solo raccontare il suo, il nostro tempo, ma anche e soprattutto indicare, con sguardo pionieristico, le parabole del malcontento sociale che avrebbero ridisegnato l’evoluzione politica del Paese. Gian Antonio Stella ha firmato inchieste che ci hanno coinvolto per il loro appassionato sarcasmo, ci hanno reso più consapevoli, hanno influenzato il linguaggio per raccontare il nostro tempo”.
Il premio, assegnato nelle scorse edizioni a Gianni Minà, Giovanni Floris, Lilli Gruber, Ferruccio De Bortoli, Ezio Mauro, Corrado Formigli e Vittorio Zucconi, sarà consegnato a Trieste domenica 12 maggio, alle 18.30, in occasione della VI edizione di Link, il Festival del buon giornalismo del Premio Luchetta 2019. Subito dopo Stella sarà protagonista di un dialogo condotto dal caporedattore Cultura del Gr Rai Bruno Ruffolo, sui temi dell’attualità.
“Fare bene questo mestiere significa metterci la faccia – ha commentato Gian Antonio Stella – È la prima regola del buon giornalismo, e per chi la rispetta ci sarà sempre spazio. Buon giornalismo significa farsi garante di quello che si scrive, anche quando capita di commettere degli errori: è una garanzia importante per i lettori, di questi tempi. In rete le notizie non hanno regole e l’eccesso di libertà permette di essere offensivi o bugiardi senza pagare dazio. Mi auguro arrivi un tempo in cui questo cattivo giornalismo non sarà più tollerato”.
“L’assegnazione del Premio Crédit Agricole FriulAdria Testimoni della storia a Gian Antonio Stella – ha dichiarato il direttore generale della banca Carlo Piana – riconosce la straordinaria capacità di lettura della realtà da parte di una delle firme più autorevoli e amate del giornalismo italiano. Osservare i fatti conservando il necessario distacco e raccontarli con ironia è un’operazione non facile. Stella ha saputo farla diventare la sua cifra stilistica. Come banca del Nord Est siamo orgogliosi di premiare un giornalista figlio di questo territorio, il cui nome si inserisce perfettamente nel percorso di promozione del giornalismo di qualità che ha sempre ispirato il Premio”.
Il Premio consiste in un tallero autentico di Maria Teresa, moneta d’argento simbolo di unione fatta coniare per la prima volta dall’Arciduca Sigismondo del Tirolo nel 1496, adottata dall’Imperatore Massimiliano I d’Asburgo fin dagli inizi del suo regno, nel 1493. Con la Convenzione di Vienna del 1753, Maria Teresa d’Austria ne fece il punto di riferimento del sistema monetario unificato di tutti gli Stati dell’Impero asburgico. Il tallero di Maria Teresa s’impose ovunque improntando di sé i mercati valutari di tutta Europa e diventando un antesignano dell’attuale moneta unica europea.
Gian Antonio Stella, classe 1953 nato ad Asolo, ha iniziato la sua carriera al “Corriere d’Informazione” per poi passare al “Corriere della Sera”, dove è stato inviato speciale ed editorialista. Lucido e ironico indagatore dei problemi sociopolitici e dei costumi italiani, vincitore di numerosi premi giornalistici e, nel 2005, del premio Fregene per la narrativa con il romanzo Il maestro magro – storia ambientata nell’Italia indigente del secondo dopoguerra – ha scritto anche: L’orda. Quando gli albanesi eravamo noi (2002); La casta (in collab. con S. Rizzo, 2007); Negri, froci, giudei & Co. L’eterna guerra contro l’altro (2009); Se muore il Sud (in collab. con S. Rizzo, 2013); Bolli, sempre bolli, fortissimamente bolli. La guerra infinita alla burocrazia (2014).