Trieste – Mercoledì 13 febbraio si è aperto un nuovo capitolo nella trattativa a tre fra azienda, sindacati dei lavoratori e Regione Friuli Venezia Giulia sul futuro della Cartiera del Timavo a Duino Aurisina (Ts).
Quasi 90 i lavoratori della Burgo, proprietaria attuale della Cartiera, che rischiano di perdere il lavoro.
Il settore cartario è in crisi da tempo. Il settore tradizionale che trainava il prodotto carta fino a pochi anni fa era soprattutto la stampa. I libri, i giornali e le riviste oggi invece sono un mondo in dissoluzione: si legge meno e in modo differente. Oggi si leggono pagine virtuali essenzialmente su smartphone. Le carte per usi grafici hanno continuato la discesa di produzione e di domanda.
La dismissione dello storico stabilimento di Duino Aurisina è un rischio concreto. Per scongiurarlo, nei mesi scorsi la Regione aveva messo in campo una serie di strategie, tra cui agevolazioni nelle autorizzazioni ambientali per la riconversione della linea 2 della cartiera.
Si era attuata così una delle condizioni per attrarre sul sito produttivo di Duino Aurisina l’investimento da parte della Cartiera di Ferrara, che più volte aveva manifestato interesse a gestire l’impianto dopo l’apertura della crisi aziendale, a patto di poter realizzare un pirogassificatore per ridurre i costi di smaltimento degli scarti di lavorazione ed ottenere allo stesso tempo un recupero di energia.
Nell’incontro svoltosi in Confindustria, le Cartiere di Ferrara hanno confermato ai sindacati la volontà di andare avanti nel progetto di riconversione dello stabilimento.
I sindacati hanno chiesto all’azienda offerente di riassorbire tutti gli 86 esuberi annunciati dalla Burgo, molti dei quali hanno già ricevuto la lettera di annuncio di licenziamento.
Dall’incontro è emersa anche la conferma della Regione per il massimo impegno a sostenere il percorso già delineato, con la reindustrializzazione della linea 2, verso la costituzione di una newco.
