Giorno del Ricordo, cerimonia di commemorazione alla foiba di Basovizza. Le foto
Trieste – Si è svolta domenica 10 febbraio, con inizio alle ore 10.30, l’annuale Cerimonia solenne alla Foiba di Basovizza, sul Carso Triestino, evento centrale di un ampio programma di manifestazioni e iniziative, commemorative, culturali e di approfondimento storico, curato dal Comune di Trieste e dal Comitato per i Martiri delle Foibe in occasione del Giorno del Ricordo.
La ricorrenza è fissata appunto il 10 Febbraio a memoria della data in cui, nel 1947, fu firmato il Trattato di Pace di Parigi che, tra l’altro, assegnava alla Jugoslavia l’Istria, il Quarnaro e gran parte della Venezia Giulia.
La celebrazione del Giorno del Ricordo è stata istituita nel 2004 con apposita legge dello Stato (L. 30 marzo 2004, n. 92) per ricordare le vittime delle foibe, l’esodo giuliano-dalmata e le drammatiche vicende del confine orientale negli anni a cavallo del secondo dopoguerra.
La Cerimonia solenne, che ha visto la presenza di importanti esponenti del Governo, della politica nazionale e delle istituzioni europee, tra i quali il Ministro dell’Interno e Vice premier Matteo Salvini e il Presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani, è stata aperta, come di rito, dall’ingresso sulla spianata della Foiba dei Medaglieri delle Associazioni d’Arma e dai Gonfaloni dei Comuni, in primis quelli di Trieste e Muggia, seguito dall’Alzabandiera sulle note dell’Inno di Mameli, e dalla deposizione di corone commemorative da parte del Presidente Tajani, del Ministro Salvini e quindi dei vertici delle Istituzioni locali (Regione con il Presidente Fedriga, Prefettura con il Commissario del Governo prefetto Valerio Valente, Comune di Trieste con il Sindaco Dipiazza) e delle associazioni dell’Esodo istriano-giuliano-dalmata (Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia, Unione degli Istriani, Associazione delle Comunità Istriane).
È seguita la Santa Messa officiata dall’Arcivescovo mons. Giampaolo Crepaldi che, nell’omelia, ha sottolineato in particolare la fondamentale importanza dei valori di giustizia, amore e libertà, rispetto ai quali “un’ideologia che prometteva il paradiso portò invece l’inferno”.
Dopo la lettura della Preghiera per gli Infoibati, scritta dall’allora Arcivescovo di Trieste e Capodistria mons. Antonio Santin, e di una serie di poesie e riflessioni sul tema lette dai giovani studenti presenti, il Sindaco di Trieste Roberto Dipiazza ha tenuto il discorso ufficiale nel quale, dopo aver rimarcato l’importanza del Giorno del Ricordo, istituito dal parlamento italiano nel 2004 “dopo troppi anni di colpevole silenzio”, ha ricordato le violenze avvenute “su queste terre dove una lunga scia di sangue è stata tracciata dai partigiani jugoslavi di Tito e dove, purtroppo, i comunisti italiani hanno svolto un ruolo non marginale”. Ma ora – ha aggiunto – “Il buio dell’oblio finalmente è stato squarciato dalla luce della verità”.
Ricordando poi ancora come queste violenze e la contemporanea revisione dei confini siano stati “la causa principale dell’esodo di 350 mila italiani di Istria, Fiume e Dalmazia costretti ad abbandonare i propri affetti, le proprie radici, per diventare esuli nel Mondo”. Esuli e vittime rispetto ai quali “per non tradirli ancora, è nostro dovere ricordare”.
Il presidente del Comitato per i Martiri delle Foibe e della Lega Nazionale Paolo Sardos Albertini ha sottolineato quindi come “le vittime del titoismo, gettate nelle foibe e in altri siti del territorio dell’ex Jugoslavia, furono certamente italiane ma anche, e in gran numero, slovene e croate”, seguendo in ciò un più ampio progetto di trasformazione della società, in chiave comunista, attraverso una vasta repressione ed eliminazione di tutti i dissidenti e refrattari, di qualunque livello sociale e nazionalità, per cui “Basovizza, simbolo di tutti gli infoibati, può diventare il memoriale di una vicenda sì locale e nazionale ma anche, più ampiamente, europea”.
Sono seguiti infine gli interventi del Presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani e del Ministro dell’Interno e Viceprimoministro Matteo Salvini.
Antonio Tajani, in un ampio e intenso discorso, ha ricordato con commozione il “dovere di rendere onore a questi Caduti, ai tanti militari in servizio come ai sacerdoti cattolici uccisi solo per la loro fede, e l’obbligo di non dimenticare il dramma degli esuli, affinchè il sacrificio di tutti non sia stato vano”, proponendo anche una forte perplessità su un Trattato di Osimo (1975) “che doveva venir scritto in maniera diversa”.
Da parte sua il Ministro Salvini, anche rivolgendosi ai circa 400 giovani studenti presenti provenienti da oltre 10 città italiane (in base al progetto “Le tracce del Ricordo”, ideato dal Comune e dalla Lega Nazionale di Trieste, n.d.r.), ha sottolineato l’impegno affinchè “su tutti i banchi di scuola del Paese la storia italiana non si fermi a un certo punto, e non ci siano stragi e martiri di serie A e serie B, poiché da Auschwitz a Basovizza sono tutte vittime di un’unica follia”. Rivendicando quindi e ribadendo il proprio intendimento di voler “difendere l’onore, la memoria, i confini e la dignità di questo grande Paese!”. E osservando come “Un albero che non ha radici profonde è destinato a morire”, Salvini ha espresso un ringraziamento “a chi in questi anni ha preservato e tramandato la memoria di questi Caduti e delle vicende di queste terre”.
Proseguirà nei prossimi giorni l’ampio programma delle iniziative collaterali organizzato dal Comune di Trieste, dal Comitato Martiri delle Foibe e dalle altre associazioni aderenti, tra cui il Convegno su “Il ruolo del giornalismo italiano nella diffusione della memoria dell’Esodo giuliano dalmata”, con la partecipazione straordinaria di Vittorio Feltri e Marcello Veneziani, promosso dall’Unione degli Istriani, che avrà luogo martedì 26 febbraio, nella sede della Regione, in piazza dell’Unità, alle ore 16.30.
(Foto a cura di: Comune di Trieste; Stefano Savini)