Catturato in Bolivia Cesare Battisti già condannato all’ergastolo. Nel 1978 uccise a Udine il maresciallo Santoro

Cesare Battisti, l’ex terrorista dei Pac (Proletari armati per il comunismo), già condannato all’ergastolo per quattro omicidi per i quali non ha mai scontato la pena, tra cui quello del maresciallo Antonio Santoro il 6 giugno 1978 a Udine, è stato catturato in Bolivia.

Battisti si trovava in Bolivia da diversi giorni, secondo quanto hanno accertato gli agenti della Polizia italiana.

Gli uomini della Criminalpol e dell’Antiterrorismo hanno seguito una serie di piste che li hanno portati, poco prima di Natale, ad individuare la Bolivia come il Paese dove si poteva esser rifugiato Battisti.

Pochi giorni fa, dopo un breve ritorno in Italia, gli investigatori hanno avuto le conferme che attendevano: con i colleghi brasiliani e boliviani è stata circoscritta l’area e si è deciso di intervenire.

Battisti è stato fermato in strada, alle 17 di sabato (le 22 in Italia), mentre camminava a piedi per le vie di Santa Cruz de la Sierra e quando gli agenti boliviani si sono rivolti a lui, non ha tentato di fuggire e ha risposto in portoghese.

Prima di intervenire, erano state fatte tutte le attività di comparazione e i riscontri visivi possibili fino a quando si è avuta la ragionevole sicurezza che fosse proprio lui. A quel punto, nella giornata di sabato, sono stati fatti intervenire i poliziotti boliviani.

Alle richieste degli agenti di fornire i documenti, Battisti ha risposto in portoghese dicendo di non averli e solo quando lo hanno portato negli uffici della polizia ha fornito il suo documento brasiliano.

Un aereo del governo italiano con uomini dell’Aise – l’intelligence dell’estero e il cui contributo è stato fondamentale per arrivare all’arresto di Battisti – e investigatori della Polizia è subito decollato per la Bolivia.

Dopo alcuni problemi di diplomazia tra Brasile, Bolivia e Italia, la decisione boliviana di espellere immediatamente il terrorista ricercato. Il suo arrivo in Italia è atteso all’aeroporto di Ciampino poco prima delle 13 del 14 gennaio.

Soddisfazione è stata espressa dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il presidente si augura che Battisti venga prontamente consegnato alla giustizia italiana, affinché sconti la pena per i gravi crimini di cui si è macchiato in Italia e che lo stesso avvenga per tutti i latitanti fuggiti all’estero”.

Così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte: “Finalmente giustizia per le famiglie, un risultato atteso da 40 anni” ha detto il premier.

“Un nostro aereo è in viaggio per la Bolivia, atterrerà verso le 17 (ora italiana) con l’obiettivo di prendere in consegna Battisti e riportarlo in Italia. Ad attenderlo qui da noi ci saranno le nostre carceri affinché possa espiare le condanne all’ergastolo che i tribunali gli hanno inflitto a suo tempo con sentenze passate in giudicato, non certo a causa delle sue idee politiche, bensì per i quattro delitti commessi e per i vari reati connessi alla lotta armata e al terrorismo”.

Il ministro degli Esteri Enzo Moavero ha detto che “si tratta di un atto di giustizia nei confronti degli odiosi crimini del terrorismo, doveroso verso chi fu ucciso o ferito e verso i loro famigliari. Ora il lavoro continua affinché l’estradizione in Italia possa avvenire nei tempi più rapidi”.

“Giustizia è stata fatta: oggi finalmente si chiude la lunga latitanza di un criminale le cui azioni hanno macchiato di sangue innocente anche il Friuli Venezia Giulia. Un risultato importante, che offre alle vittime e ai loro familiari un risarcimento morale doveroso, sebbene mai sufficiente”.

Lo dichiara il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga.

“Ringrazio di cuore tutte le forze di polizia che hanno condotto con successo l’operazione e in particolare – ha aggiunto il presidente – il vicepresidente del Consiglio e ministro dell’Interno Matteo Salvini per la determinazione e la fermezza dimostrate in questa complessa partita internazionale”.

“Abbiamo chiesto e atteso per anni la cattura del criminale che ha ancora sulle mani il sangue del maresciallo Santoro. Vogliamo credere che sia venuta l’ora della giustizia, dopo che per quarant’anni Battisti ha esibito il suo sogghigno e il suo disprezzo impunito davanti alle famiglie delle vittime”.

Lo afferma la deputata del Pd Debora Serracchiani.

Serracchiani, che a marzo di quest’anno aveva scritto al presidente del Brasile Michel Temer, affinché si esprimesse per l’estradizione dell’ex terrorista dei Proletari Armati per il Comunismo (Pac), ha ribadito “il grande rilievo esemplare che, una volta incarcerato, assumerà il caso Battisti, per rispetto verso i familiari delle vittime e quale giusta chiusura di un caso giudiziario che ci teneva legati all’epoca della lotta armata”.

Print Friendly, PDF & Email
Condividi