Saluto di fine anno del presidente del Consiglio regionale. Ricordato Ettore Romoli
Trieste – “Il 2018 è l’anno dei tre presidenti: Franco Iacop, che ha portato a termine la XI legislatura; Ettore Romoli, che ha dato il via alla XII legislatura ma purtroppo è mancato dopo meno di un mese; infine il sottoscritto, che a luglio ha preso il testimone di questa carica non cercata”.
Ha esordito così, il presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, Piero Mauro Zanin, in occasione dei saluti di fine anno con gli organi di stampa, i suoi collaboratori più stretti e i presidenti degli organi di garanzia “prova del fatto – ha sottolineato Zanin – che il Consiglio regionale è tutore dei diritti di tutti i cittadini”.
Al suo fianco il vicepresidente del Consiglio Francesco Russo e il consigliere Danilo Slokar, che ha portato i saluti del vicepresidente Stefano Mazzolini.
Ad Ettore Romoli, il presidente ha dedicato una parentesi privata: “Lo ricordo come collega delle istituzioni, come amico personale e come uomo di sottile ironia”.
Poi Zanin ha evidenziato alcuni dei punti più salienti del 2018 e in particolare del suo scorcio di presidenza. Ha così citato la riforma della governance della sanità, ma soprattutto quella del sistema degli enti locali, “che ha reso giustizia alle comunità che chiedevano di potersi autoregolamentare. Abbiamo fatto sentire la novità – ha aggiunto – ma senza distruggere quanto c’era prima. Ora si tratta di studiare questo nuovo ente di area vasta, di cui si sente la necessità da parte di tutti.”
Quanto alla legge di stabilità appena approvata dall’Aula, il presidente ha evidenziato tre elementi pilastro: la famiglia (sono inseriti importanti sostegni alla famiglia, anche perché con i figli rappresenta il nostro futuro); gli enti locali (gli investimenti agli enti locali significano investimenti per i cittadini, pur dovendo ricorrere al debito e noi lo abbiamo fatto per 319 milioni, perché una Regione deve intraprendere ogni azione necessaria a contrastare le situazioni di crisi); il lavoro e l’aiuto alle imprese (se non c’è lavoro non c’è economia, se non c’è lavoro non c’è speranza di poter creare una famiglia, se non c’è lavoro non c’è futuro per i giovani, e le imprese si aiutano ad esempio con il taglio delle tasse, che abbiamo previsto).
Il presidente del Consiglio ha quindi sottolineato un aspetto per lui fondante la comunità intera, perché simbolo di tolleranza, condivisione, crescita: la cultura. “Noi scontiamo un deficit culturale complessivo – ha detto – che sfocia nella violenza, soprattutto tra i giovani, dove a scuola si traduce in bullismo. Invece ci vuole un recupero a medio raggio del senso culturale e per questo ci vuole la collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti, dalle istituzioni politiche alle famiglie, alla scuola, ai sindaci che sono i primi deputati a raccogliere le debolezze di una comunità”.
Rivolgendosi poi ai giornalisti, ha detto loro di essere liberi, di non avere paura di attaccare il potere quando sbaglia, di colpirlo non nel gossip ma nei contenuti di ciò che fa.
Infine, le sfide per il 2019, a cominciare da quella di una maggiore autonomia regionale, che si fa con le risorse, “risorse che noi difenderemo”, ha assicurato. E poi c’è la sfida di una Europa nuova, che superi la crisi che ora sta vivendo, “fatta sulla carne delle comunità, che perciò le si sono rivoltate contro”.
Per Zanin, essere divisi in Stati nazionali non porta da nessuna parte, soprattutto non ci difende da competitori come Russia, Cina e Usa. Diverso, invece, essere un’Europa delle Regioni, ovvero fondata su Regioni sì autonome, ma fortemente coalizzate e coese tra loro. E a rimarcare il carattere europeista del Friuli Venezia Giulia è, poi, stato anche il consigliere Slokar che ha ricordato il suo essere una terra quadrilingue, legata da molto tempo ad accordi con Slovenia, Croazia e Austria, in una idea di Europa che è precursora dell’Unione europea stessa.
Sollecitato dai giornalisti, il presidente Zanin ha quindi spiegato come si stia predisponendo una legge pensionistica che prevederà, per i consiglieri regionali, il sistema contributivo puro (come se il Consiglio fosse una ditta privata dove una parte la paga il datore di lavoro, una parte la paga il lavoratore, in questo caso il consigliere), come per i deputati e i senatori. Ciò implicherà il ricalcolo sulla base dei contributi versati anche per quanto riguarda i vitalizi già in essere. “È una questione di giustizia”, ha sottolineato Zanin.
A seguire, sono giunti i desiderata del presidente dell’Ordine regionale dei giornalisti, Cristiano Degano, che si è espresso in termini di difesa degli uffici stampa e delle agenzie di stampa, di rispetto nell’applicazione del contratto giornalistico e di crisi pesante del settore a livello nazionale con, non ultimi, i tagli all’editoria.
La presidente della Commissione regionale pari opportunità, Annamaria Poggioli, si è unita al presidente Zanin nell’esprimere il bisogno di un cambio culturale, soprattutto per combattere la violenza e le diversità di genere. E ha auspicato che prosegua il Protocollo d’intesa sottoscritto tra Regione, Organi di garanzia e Scuola per promuovere ogni forma di rispetto.
A farle eco, il presidente del Comitato regionale per le comunicazioni, Giovanni Marzini, che ha messo in evidenza il lavoro con le scuole contro il cyber-bullismo. Per il Corecom FVG, poi, un aumento dei contatti con il cittadino grazie alla nuova sede di Pordenone, oltre al lavoro sempre intenso del settore telefonia, con più di 1.500 controversie con i gestori di telefonia mobile e la restituzione dei soldi ai cittadini.
(fonte: Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia)