Primo passo della giunta Fedriga per gli “enti di area vasta”: stanziati 23 milioni 700mila euro
La I Commissione approva a maggioranza l’istituzione di un fondo per i futuri “enti di area vasta”. L’opposizione: è uno spreco di risorse, occorre sostenere i Comuni
Trieste – Nella I Commissione del Consiglio regionale, nell’ambito dell’esame della manovra di bilancio, è stato accolto a maggioranza l’emendamento proposto dall’assessore Pierpaolo Roberti sull’istituzione di un fondo per il funzionamento e l’attività dei futuri “enti di area vasta” nel 2021.
Per la creazione degli enti intermedi la giunta regionale ha stanziato un fondo di oltre 23 milioni e 700mila euro per il fondo di creazione degli enti intermedi.
Così il capogruppo della Lega in Consiglio regionale, Mauro Bordin: “Le Unioni Territoriali Intercomunali sono state un errore, non funzionano e ci obbligano a sradicare l’attuale sistema. Sono soprattutto i piccoli comuni a soffrire, privati del personale e nell’incapacità di fare fronte a una destabilizzante burocratizzazione. Abbiamo scelto un percorso di condivisione con gli amministratori degli enti locali e ci stiamo impegnando nell’ascoltare il territorio, anche nell’ottica di ridare certezze ai comuni”.
“L’abolizione delle province ha creato un vuoto che è sotto gli occhi di tutti – ha proseguito Bordin – basti pensare alla situazione dell’edilizia scolastica e allo sfalcio delle strade, ma anche al notevole aumento dei costi del personale. L’obiettivo di questa maggioranza è superare le Unioni Territoriali Intercomunali e aprire gli enti intermedi che rimedino alla situazione vergognosa in cui versano i nostri comuni. Vogliamo ripristinare il buon senso e respingiamo ogni tipo di strumentalizzazione”.
Sullo stanziamento di fondi per la creazione degli enti intermedi è intervenuto nella discussione anche il consigliere regionale della Lega, Luca Boschetti.
“Aiutare i piccoli comuni significa tutelare il territorio, specialmente se si pensa alla montagna. Le Unioni Territoriali Intercomunali – specifica Boschetti – hanno dimostrato in questi anni tutti i loro limiti e, ironia della sorte, i comuni che hanno aderito sembrano incontrare maggiori difficoltà rispetto a quelli che hanno scelto di rimanere fuori.
“È tempo di superare le Uti e continuare nel percorso della creazione di enti intermedi che funzionino e diano risposte concrete ai cittadini”.
Dura la replica dell’opposizione: “Le nuove Province costano già oltre 23 milioni di euro. Non sappiamo ancora quante saranno, come saranno organizzate, quali compiti saranno chiamate a svolgere, ma la Giunta ha già accantonato 23 milioni di euro” ha osservato il capogruppo del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo.
“Soldi sottratti ai Comuni, che nel percorso di superamento delle Unioni territoriali intercomunali, intrapreso dalla maggioranza, pagheranno ancora una volta lo scotto di scelte calate dall’alto – ha aggiunto Moretuzzo -. Eccola la prima tappa del nuovo centralismo”.
“Ricostituire le province, sprecando risorse e andando a rubare personale ai comuni, è un atto politicamente assurdo e nocivo dal punto di vista amministrativo. Si ipotecano 23 milioni sulla restaurazione di fortini vuoti e di poltrone, mentre ci sono comuni in difficoltà da decenni per norme sempre più stringenti, in carenza cronica di personale ed in prossimità di pensionamenti numericamente molto rilevanti”. Così Roberto Pascolat, segretario provinciale del Partito Democratico di Udine.
Per l’esponente dem “la Giunta Fedriga sembra guardare al passato e procedere su una linea disegnata molti anni fa, che non tiene più conto della realtà concreta. Le risorse che ci sono vanno dirottate verso i comuni e va data loro la possibilità di assumere nuovo personale. Delle province sente la mancanza solo chi vuole più burocrazia”.
“Regione e Comuni, auspicabilmente associati, sono i due livelli che bastano alla nostra comunità per gestire funzioni e risorse pubbliche. Così – conclude Pascolat – è accaduto nei Paesi europei che hanno saputo riformarsi e non restaurare il passato”.