Crac Coopca, prima udienza del processo. Centinaia le persone costituitesi parte civile. Manca la Regione
Udine – Altre 181 persone hanno richiesto di costituirsi parte civile nel processo per il crac di Coopca, la storica cooperativa carnica di consumo sciolta nel settembre 2016, dopo 110 anni di attività, a seguito della crisi.
Le istanze sono state presentate lunedì 6 maggio nel corso della prima udienza del processo apertosi davanti al Tribunale di Udine in composizione collegiale a carico degli ex vertici, componenti del Consiglio di Amministrazione e sindaci della cooperativa.
In tutto ammontano così a 275 le richieste di ammissione come parte civile nel processo.
Altri 41 soci, che già si erano costituiti cumulativamente davanti al Giudice in udienza preliminare, hanno presentato anche istanza di costituzione singolarmente.
Alle richieste si sono opposti i difensori degli imputati. Durante l’udienza sono state rinnovate alcune eccezioni da parte delle difese. Istanze a cui si è opposto il pubblico ministero titolare del fascicolo, dr. Elisa Calligaris.
Il collegio, presieduto dal giudice Carla Missera, ha concesso un termine alle difese fino al 13 maggio per dimettere memorie a sostegno delle proprie eccezioni e fino al 20 maggio alle altre parti per repliche.
“La Regione Friuli Venezia Giulia non si è costituita parte civile nel processo penale, iniziato questa mattina al Tribunale di Udine, per il crac CoopCa: una contraddizione che desta molte perplessità e che non è stata motivata dall’Amministrazione regionale”.
Lo dichiara il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Cristian Sergo, commentando l’assenza della Regione tra chi si è costituito parte civile.
“A marzo – ricorda Sergo – abbiamo presentato una mozione, approvata dal Consiglio regionale, che impegnava la Giunta a valutare la possibilità di costituirsi parte civile nel processo CoopCa. Lo ritenevamo un gesto di responsabilità e di tutela non solo di soci, azionisti e lavoratori della Cooperativa Carnica ma dell’intero comparto cooperativo, gravemente danneggiato da questa vicenda e da quella delle Cooperative Operaie di Trieste”.
“Ma soprattutto – aggiunge il consigliere M5S – se l’Amministrazione ha ritenuto di non costituirsi parte civile, sarebbe il caso che almeno, a quattro mesi dall’istituzione del Fondo di ristoro regionale, provveda con urgenza ad erogare le risorse accantonate per il risarcimento dei danni economici subiti dai risparmiatori coinvolti in questa vicenda”.
“Ce lo chiedevamo con la precedente Giunta e ce lo chiediamo anche oggi: se la convinzione è di avere fatto il massimo in termini di vigilanza, semmai il processo penale dovesse portare a individuare responsabilità, è incomprensibile non costituirsi parte civile – conclude Sergo – Un atto che sembrerebbe dare ragione a chi ha sempre ritenuto che invece la Regione sia tra i responsabili di questa situazione”.